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Il granchio blu è probabilmente l’animale marino che ha fatto più parlare di sé in Italia da diversi anni a questa parte, e vista, purtroppo, la crescente quantità di esemplari nelle nostre acque, capita spesso di averci a che fare nelle nostre giornate di pesca. A tal proposito arriva da Daiwa uno strumento che ci permetterà di pescarlo, e direttamente con la nostra canna: il Kani Lariat. Vedremo insieme come fare, e quali accorgimenti servono.

Quando si rompe l’equilibrio

Il serra, il balestra, il siluro, il gambero della Louisiana… Queste specie, così come molte altre, hanno tutte in comune il fatto di non essere native delle nostre acque, e di essere quindi aliene. E come sappiamo, immettere una specie aliena in un ecosistema porta immancabilmente ad uno squilibrio che l’ecosistema stesso nel tempo cercherà poi naturalmente di andare a compensare. Nel frattempo però, le conseguenze possono essere davvero disastrose per le specie autoctone. È quello a cui stiamo assistendo con il granchio blu, una specie originaria delle coste atlantiche americane che sta causando problemi in molte zone d’Italia, decimando le popolazioni di molluschi e minacciando la fauna locale.

Pescare il granchio blu con la canna

In Giappone, dove si respira una sconfinata cultura della pesca, ogni specie è protagonista di una tecnica. Ed anche il granchio non fa eccezione, perché oltre alle pesche tradizionali con le nasse ed altri metodi simili, è possibile pescare questo crostaceo anche con canna e mulinello grazie all’ausilio di uno strumento concepito proprio per questo scopo. Stiamo parlando del Kani Lariat, un accessorio molto particolare realizzato da Daiwa e che trova sicuramente un’applicazione ideale nel contesto in cui ci troviamo attualmente.

Com’è fatto il Kani Lariat

Vediamo da vicino questo Daiwa Kani Lariat, e cerchiamo di capire quali sono i suoi principi di funzionamento.

La prima cosa che possiamo notare è la particolare confezione ecologica, ovvero un sacchetto di carta con sopra stampate tutte le informazioni di questo oggetto. Al suo interno, troviamo il Kani Lariat.

Il Kani Lariat, sicuramente un accessorio particolare

La parte centrale di questo accessorio è costituita da una gabbia metallica, avente su uno dei suoi lati più ampi uno sportellino richiudibile grazie al quale abbiamo accesso all’interno della gabbia stessa.

Lo sportellino che apre la gabbia

Attorno alla gabbia sono presenti sei lacci a cappio, e come vedremo saranno proprio questi cappi a permetterci di catturare il granchio. Oltre a questi è presente un ulteriore laccio con un asola alla sua estremità, che servirà da aggancio per il moschettone della nostra canna.

Agganceremo l'asola al nostro moschettone

Un concetto semplice ma efficace

Grazie al fatto che la maglia metallica è sufficientemente larga, il granchio avrà la possibilità di toccare direttamente l’esca e cominciare a cibarsene. È qui che entrano in gioco i lacci: camminando attorno alla gabbia, il granchio finirà con il mettere le zampe o le stesse chele dentro i cappi formati dai lacci, che tra l’altro essendo rigidi tenderanno a restare leggermente sollevati dal fondo, per aumentare le possibilità di contatto. Ferrando con decisione i cappi andranno a stringersi, intrappolando il granchio che rimarrà così vincolato al Kani Lariat tramite almeno una zampa o una chela, e quel punto basterà recuperare in modo regolare senza mai fermarsi e infine portare la preda fuori dall’acqua.

Il cappio si stringe attorno alla zampa o alla chela

I consigli di Flavio

Un’esca sicuramente valida è la sardina, così come altri pesci preferibilmente dalle carni grasse, che in acqua hanno una buona componente odorosa in grado di attirare il granchio. In generale sono tantissime le esche utilizzabili, ed è possibile anche accompagnarle con della pastura affondante compatta. Non resta che provare!

Che canna e che mulinello possiamo usare?

Rispetto a tutte gli altri tradizionali metodi di pesca al granchio, il Kani Lariat ha il grande vantaggio di permetterci di catturare questo crostaceo semplicemente con una canna da pesca, sia da terra che dalla barca. In questi due casi l’unica cosa a differire sarà la tipologia di canna che andremo ad utilizzare.

Per quanto riguarda la pesca con il Kani Lariat dalla barca, l’identikit della canna ideale è quello di un attrezzo con una schiena potente ma dotato di un cimino particolarmente sensibile. Uno dei punti chiave di questa tecnica infatti è quello di capire il momento giusto in cui dobbiamo ferrare e recuperare, e avere un cimino sensibile è fondamentale per notare quando il granchio comincia a spostare lentamente la gabbia. Un esempio di canna adatta, restando in casa Daiwa, è senza dubbio la Light Game X, così come molte altre canne simili. Da terra invece una canna potente e più lunga, che ci permetta di raggiungere le distanze desiderate nel lancio, è certamente da preferire.

Il mulinello in generale può essere sia di tipo rotante che fisso, l’importante è che si tratti di mulinelli potenti in grado di recuperare senza sforzo il peso complessivo costituito dalla gabbia, dall’esca e dal granchio. Nel caso di un fisso, l’ideale è non andare al di sotto della taglia 5000/6000, mentre con un rotante possiamo anche scendere di misura.

I consigli di Flavio

Nel caso in cui avessimo la necessità di pescare ad una grande profondità, oppure se ci trovassimo in condizioni di forte corrente, una buona soluzione potrebbe essere quella di appesantire il Kani Lariat aggiungendo del piombo all’interno della gabbia insieme all’esca.

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